Chiudi

Giuseppe Rensi lo scettico credente

Roma, Partenia, 1945, Maestri sotto la tormenta. Esuli in patria, 1
cm 19x13.5, pp. 245-(3), ritratto dell'Autore, brossura
Unica edizione. Leggere fioriture, ottimo esemplare >>>

€ 25
INDICE

Prefazione  7

L’uomo e l’opera  11

I. – I presentimenti Rensiani  27

II. – Il vagabondaggio Rensiano  83

III. – La finale fede Rensiana  171

IV. – L’annunziatore  221

Bibliografia di Giuseppe Rensi  243

Questo scritto non vuol essere soltanto un omaggio fedele alla memoria di una delle più forti personalità che mi sia stato dato incontrare nella vita; non vuol essere soltanto la segnalazione coscienziosa e oggettiva della potenza intima e serrata che c’è stata nell’insegnamento di una delle più lucenti figure che abbiano insignito il mondo accademico italiano nei primi decenni di questo secolo; vuol essere innanzi tutto e sopra tutto la valutazione doverosa del significato e della portata dell’opera di Giuseppe Rensi in una delle ore più drammatiche della nostra storia politica e culturale.

Un tal quale parallelismo di orientamenti e di vocazioni; una tal quale analogia di casi fortunosi e di prospettive remote; mi parve di cogliere tra la mia vita e la vita del Rensi, fin dalla prima volta che, dopo aver letto con così sottile e fresco refrigerio spirituale alcuni dei suoi scritti più stimolanti, mi trovai con lui lassù nel terrazzo della sua casa a via Palestro a Genova, in vista dell’immenso mare.
Mi parve di avvertire in lui, subito, quella stessa ansia trepidante, quella stessa inquietudine sottile, quella stessa impazienza insofferente, che sono le caratteristiche di questa nostra ormai trapassante generazione, che ha battuto dolorosamente le vie ardue dell’ esodo e avvertito solo da lungi, all’ orizzolnte lontano, il profilo appena appena accennato di quella che sarà domani, dopo l’uraganica e urlante bufera, la terra promessa.
Io venivo dalla più rigida tradizione ortodossa e scolastica dell’insegnamento cattolico. Ed ero stato sconvolto fino nelle più profonde radici del mio essere spirituale e della mia fede religiosa dalla illuminazione repentina venutami dalla critica storica. Avevo, tremando, assistito al crollo di quella fittizia impalcatura ideale a cui si raccomandava ormai la interpretazione ufficiale della tradizione cristiana, e avevo cercato di rifarmi, lembo a lembo, una visione sacrale dell’esistenza, di cui sentivo la sostanziale conformità ai valori centrali della rivelazione evangelica.
Lui, il Rensi, proveniva parimenti da una tradizione che, pur essendo profondamente anticattolica e anticristiana, ha però in sè qualcosa di terribilmente dogmatico e ferocemente inquisitoriale: la tradizione idealistica. Di questa tradizione aveva anche lui, il Rensi, avvertito un giorno l’insanabile fragilità, e l’arbitraria presunzione. E anche lui, impugnando ii bordone del pellegrinaggio, aveva mosso il passo verso la terra dell’aspettativa e della sicurezza.

Chiudi